Sin dal Noviziato noi Servidoras impariamo a vivere in maniera intensa il Triduo pasquale, come si può vedere nelle foto. Inoltre le nostre novizie hanno allestito un Museo della passione nel loro giardino, mettendo in pratica quello che dice il nostro Direttorio di Spiritualità nel n. 137: “Dobbiamo avere una devozione molto grande per la Passione di Nostro Signore Gesù Cristo: l’amore che non nasce dalla croce di Cristo è debole. La Croce “fu la cattedra in cui insegnò, l’altare sul quale s’immolò, il tempio della sua preghiera, l’arena in cui ha combattuto e come la fucina da dove uscirono tante meraviglie” (San Roberto Bellarmino). Questa devozione si deve concretizzare nella conoscenza e nell’amore dei racconti evangelici sulla Passione (Mt 26; 27; Mc 14; 15; Lc 22; 23; Gv 18; 19), nella teologia della Passione e Redenzione, nella contemplazione dei Luoghi Santi di Gerusalemme, dei crocifissi, della Via Crucis, dei preziosi testi dell’Imitazione di Cristo al riguardo, dell’Eucaristia, perpetuazione della Passione e Croce e secondo atto dell’unico dramma della Redenzione, della croce nella nostra vita.”

Anche per questo motivo abbiamo come segno concreto della nostra spiritualità e parte del nostro abito la Croce di Matarà, che si riceve all’inizio del postulandato, dove sono impressi tutti i simboli della Passione di Cristo.

Il 13 aprile proprio una postulante, Maria Pastrana, spagnola, ha ricevuto la croce di Matarà.

Preghiamo perché ognuno di noi abbia impresse nel suo cuore le piaghe di nostro Signore, che per nostro amore ha sofferto e ha dato la Sua vita, per poi farci risorgere con Lui a una vita nuova.