È tipicamente umano sognare in tenera età cosa si vorrebbe fare da grandi, quali sogni realizzare, come raggiungere il massimo della felicità. Non c’è bambino che non abbia pensato almeno una volta quale mestiere avrebbe voluto fare da grande o cosa avrebbe voluto avere.

È normale, parte della nostra umanità, ma allo stesso tempo quanto tempo abbiamo mai dedicato pensando al momento della nostra morte?

Forse non nella propria fanciullezza, anche da più grandi, chi si è mai fermato un tempo, seppur breve, a pensare come sarebbe voluto morire?

La morte è il momento decisivo della nostra vita, si chiudono le porte di questa vita, si interrompe il conteggio di brevi anni di vissuto per iniziare la vera vita, quella eterna, che non finisce e che non cambia più.

La morte racchiude in sé i momenti più importanti di tutta la nostra esistenza, è lì che l’anima si prepara all’incontro con il suo Creatore, se ha vissuto bene, o è condannata alla sua separazione eterna, se muore in peccato mortale.

Trattandosi di qualcosa di così importante e decisivo sarebbe buono pensare al momento della dipartita da questo mondo, ancora meglio sarebbe prepararsi ogni giorno sapendo che l’unica certezza che abbiamo è che la morte arriva, non sappiamo se tra un’ora, un giorno o molti anni.

Forse è il caso di domandarsi, come vorrei morire? Come immagino la mia morte? Dove vorrei essere negli ultimi momenti della mia vita?

Tutte le suore della nostra famiglia religiosa sicuramente vorrebbero avere la stessa sorte della nostra consorella Maria Gloria da Igreja tornata alla casa del Padre lo scorso 27 gennaio 2021.

Le ultime settimane della sua vita sono state sicuramente molto sofferte a livello fisico a causa del tumore che pian piano ha logorato totalmente i suoi organi, ma quale immensa grazia essere stata accompagnata a questo decisivo momento dalle preghiere di tutta la Famiglia Religiosa!

Vista la sua impossibilità di muoversi dal letto, i padri della nostra Famiglia Religiosa si recavano da lei ogni giorno per la celebrazione della Santa Messa, per darle l’estrema unzione e impetrare su di lei la benedizione di Dio e l’assistenza della Santa Vergine. D’altro canto le consorelle della comunità e quelle circostanti si sono impegnate in un’assistenza ininterrotta di ventiquattro ore, pregando con lei il Rosario, la coroncina della Divina Misericordia e offrendo turni di Adorazione permanente davanti al Santissimo Sacramento. I sacerdoti lontani dal suo convento hanno offerto tante Messe per lei.

Sia dai membri della nostra Famiglia Religiosa, sia da molti laici nel mondo, sono stati offerti per lei tanti Rosari, Sante Messe, ore di Adorazione Eucaristica, coroncine alla Divina Misericordia, senza considerare la preghiera di intercessione rivolta ai martiri albanesi a cui ci siamo raccomandati durante la sua malattia. Dopo la sua morte, oltre la veglia costante alla sua salma e ad innumerevoli Rosari pregati per lei, ogni ora i nostri padri hanno celebrato S.Messe in presenza del suo corpo.

Si tratta di una delle grazie più grandi di tutta la vita, morire assistita e sostenuta dalle preghiere di tutta la Famiglia Religiosa che, comprendendo quanto sia delicato il momento della morte, quanto sia importante essere fedeli a Dio fino all’ultimo istante, quanti peccati propri e degli altri si possano espiare, quanto sia forte sapere di essere sul punto di incontrare la nostra Madre celeste e Suo Figlio, Sposo della nostra anima, si è raccolta e unita attorno a quest’anima proprio come si fa nelle migliori famiglie.

Questa presenza e vicinanza va oltre la mera paura, mondana, di morire soli, senza la compagnia di nessuno, senza nessuno che ci conforta e ci assista nelle nostre umane necessità; certamente anche questo aiuta, ma ben più importante è l’assistenza verso la nostra anima ciò di cui abbiamo bisogno. C’è tanta necessità di preghiere che raccomandino la nostra anima a Dio, che ci permettano di evitare anche un solo istante di Purgatorio per volare dritte al Cielo, sotto il manto protettrice della nostra Madre celeste.

Poiché la vita che ci è stata data è una e l’unico errore che possiamo commettere è quello di non essere santi e non aver amato Dio come Egli voleva, è necessario domandarsi come dobbiamo spenderla, come sia il modo migliore di viverla, cosa ci sta chiedendo Dio, come vuole servirsi di noi.

Pensare al momento della morte, a come vorremmo morire, ci è di aiuto per comprendere su quale strada dobbiamo indirizzarci.

Come vorrei morire? Dove vorrei essere nel momento della mia morte? Chi vorrei al mio fianco?

Desiderare ad esempio di morire come suor Maria Gloria da Igreja, con tante consorelle al proprio fianco, ricevendo i sacramenti, occupandoci solo dell’imminente incontro con il nostro Creatore in un modo indiretto ci fa desiderare ed amare questa vita, ci fa amare la consacrazione a Dio, il quale nella sua infinita generosità ci promette di darci cento volte tanto in fratelli, sorelle, genitori e figli e la vita eterna.

“Una cosa sola ho chiesto al Signore,

questa sola io cerco, abitare nella casa

del Signore tutti i giorni della mia vita

per gustare la dolcezza del Signore e

ammirare il suo santuario”

(Salmo 26)

Suor Maria Dimora Eucaristica